mercoledì 26 dicembre 2012

Il Go visto dagli scacchisti Competizione, contemplazione, tanti problemi... ...e altro ancora

Source: http://web.mclink.it/MC1483/problemi.html

L'articolo oltre a diverse altre cose mostra l'apertura di
Vladimir Kramnik nei confronti di altri forme di arte strategica,
oltre a quella in cui eccelle. Questo fatto lo rende ai nostri occhi
scacchista particolarmente degno di stima e rispetto....

(You must play again the board, and not against the opponent - River Mountain Go, volume 2)

Nel 2006 l'allora campione del mondo di scacchi Vladimir Kramnik ebbe a lamentarsi in un'intervista di come fossero cambiati la stima e il rispetto che da sempre i giocatori più deboli avevano nei confronti di quelli più forti. Secondo Kramnik questo era dovuto al fatto che i computer erano ormai in grado di giocare meglio di qualsiasi essere umano e quindi sometimes amateurs, especially those who are not very active themselves, get the feeling that we are not playing that well, that we make mistakes all the time, that we need twenty minutes to play a move which Fritz finds in a few seconds. They may get the feeling that top chess players are not so strong at all (a volte i dilettanti, speciamente quelli che giocano poco, hanno l'impressione che noi non giochiamo così bene, che facciamo molti errori e che impieghiamo venti minuti a giocare una mossa che Fritz - uno dei migliori software in commercio - trova in pochi secondi. Può essere che finiscano per pensare che i migliori giocatori non siano poi così forti)....

Tra le molte cose interessanti dell'articolo abbiamo apprezzato la seguente risflessione dell'autore dell'articolo:  


"Perché un gioco è così diffuso in Occidente e l'altro in Oriente? (Scacchi e Go) Esiste una ragione profonda, non così evidente a chi non conosce un po' la mentalità "orientale". Ed è qui il problema che andrebbe superato se si vuole che anche il Go raggiunga, in Occidente e in tutto il mondo, la fama degli scacchi. In Occidente domina da molti secoli una mentalità "competitiva", la stessa che ha portato a innumerevoli scoperte e invenzioni (ma anche al capitalismo sfrenato e alle guerre) e così pure al fiorire di infinite competizioni sportive, Olimpiadi in testa. In Occidente ci si afferma superando gli altri e dimostrando così di "essere migliori". In Oriente, viceversa, domina una mentalità "contemplativa", che non reputa necessaria la competizione e punta invece alla conoscenza di sé stessi e al raggiungimento dell'armonia interiore: questo, da loro, significa "essere migliori"..."

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