giovedì 15 gennaio 2015

Il perfetto Ouroboros di Cervantes in Don Chisciotte

Da: Scacchi, dame e cavalieri - Re, Regine, Nobili e scudieri. Testi di Carmelo Coco disegni di Noir
Fonte: http://www.cci-italia.it/esp.htm



Il perfetto Ouroboros di Cervantes in Don Chisciotte




Nel capitolo XII (libro secondo) del Don Chisciotte di Cervantes, ragionando sulla finzione della vita, sulla commedia, sui commedianti e sul loro ruolo, Don Chisciotte spiega a Sancho come, una volta terminata la commedia e smessi gli abiti della recita, tutti ritornino uguali. Lo stesso vale per l'affanno di questo mondo, aggiunge nel quale uno fa da imperatore, un altro da papa e nelle mille altre comparse che possono essere inserite nella commedia; ma alla fine, cioè quando termina la vita, la morte toglie a ciascuno l'abito che lo rendeva diverso dagli altri, e tutti risultano eguali nella sepoltura.

Sancho risponde d'avere già inteso tale paragone che non è poi tanto nuovo. E' come quello del gioco degli scacchi: durante la partita ogni pezzo ha il suo compito, ma quando la partita termina, tutti i pezzi si mescolano e finiscono in una borsa; è lo stesso paragone con la vita che termina nella sepoltura.
I pezzi degli scacchi, nella loro apparente diversità (rappresentazione delle diverse professioni, del diverso stato sociale, della diversa spiritualità) vengono ridotti all'uguaglianza da una sola cosa: la morte. Dal buio della borsa, dove sono conservati (frammisti fra loro: è il caos) fuoriescono nascendo (l'atto di tirarli fuori) vivono una breve vita (il movimento sulla scacchiera) e poi vengono inseriti nuovamente nella borsa buia (muoiono). 
 
Nascita, morte e rinascita si susseguono e si rincorrono in un perfetto ciclo Ouroboros.


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