Da: Scacchi, dame e cavalieri - Re, Regine, Nobili e scudieri. Testi di Carmelo Coco disegni di Noir
Fonte: http://www.cci-italia.it/esp.htm
Fonte: http://www.cci-italia.it/esp.htm
Il perfetto Ouroboros di
Cervantes in Don Chisciotte
Nel capitolo XII (libro
secondo) del Don Chisciotte di Cervantes, ragionando sulla finzione
della vita, sulla commedia, sui commedianti e sul loro ruolo, Don
Chisciotte spiega a Sancho come, una volta terminata la commedia e
smessi gli abiti della recita, tutti ritornino uguali. Lo stesso vale
per l'affanno di questo mondo, aggiunge nel quale uno fa da
imperatore, un altro da papa e nelle mille altre comparse che possono
essere inserite nella commedia; ma alla fine, cioè quando termina la
vita, la morte toglie a ciascuno l'abito che lo rendeva diverso dagli
altri, e tutti risultano eguali nella sepoltura.
Sancho risponde d'avere
già inteso tale paragone che non è poi tanto nuovo. E' come quello
del gioco degli scacchi: durante la partita ogni pezzo ha il suo
compito, ma quando la partita termina, tutti i pezzi si mescolano e
finiscono in una borsa; è lo stesso paragone con la vita che termina
nella sepoltura.
I pezzi degli scacchi,
nella loro apparente diversità (rappresentazione delle diverse
professioni, del diverso stato sociale, della diversa spiritualità)
vengono ridotti all'uguaglianza da una sola cosa: la morte. Dal buio
della borsa, dove sono conservati (frammisti fra loro: è il caos)
fuoriescono nascendo (l'atto di tirarli fuori) vivono una breve vita
(il movimento sulla scacchiera) e poi vengono inseriti nuovamente
nella borsa buia (muoiono).
Nascita, morte e
rinascita si susseguono e si rincorrono in un perfetto ciclo
Ouroboros.
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